Una volta che un rapporto lavorativo cessa, il dipendente ha il diritto a ricevere il TFR, che è la somma da lui accantonata nel corso degli anni di lavoro.
La legge stabilisce che il lavoratore può esercitare il diritto su tale somma. Ossia scegliere se mantenerla all’interno dell’azienda, oppure destinarla a un fondo esterno, oltre che chiederla in anticipo.
Quando richiedere in anticipo il TFR
Pagamento TFR: come richiederlo in anticipo? Prima di rispondere, bisogna puntualizzare un concetto. L’indennità di fine rapporto e il relativo rilascio viene disciplinata in modo diverso e in base agli specifici contratti collettivi di lavoro.
Data l’impossibilità di entrare nello specifico di ogni contratto lavorativo, vi sono norme generali che disciplinano questo tema.
Norme generali stabiliscono infatti che il TFR viene erogato alla cessazione del rapporto di lavoro, a meno che il lavoratore stesso non richieda esplicitamente l’anticipo.
Anticipo pagamento del TFR: le modalità? Per ottenerlo, il lavoratore deve rispettare in seguenti parametri:
- deve essere assunto dall’azienda da almeno 8 anni;
- non ha richiesto la liquidazione in precedenza alla stessa azienda.
Un altro paletto viene posto dall’articolo 2120 del Codice Civile. Tale articolo afferma che “le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10% degli aventi titolo, di cui al precedente comma, e comunque del 4% del numero totale dei dipendenti”.
È importante precisare che la somma che il lavoratore può ottenere come anticipo è limitata al 70% del TFR lavoro maturato.
Come richiedere il TFR dopo il licenziamento?
Premesso che è obbligatorio il pagamento da parte del datore di lavoro, non serve farne richiesta esplicita in quanto avviene automaticamente.
TFR non pagato: cosa fare? Nel caso in cui il datore di lavoro non paga, il dipendente potrà inviare un sollecito in modo indipendente oppure supportato da un avvocato.
Nel caso in cui l’azienda dovesse fallire, il lavoratore potrà presentare richiesta presso l’INPS per ottenere l’accesso alla liquidazione tramite il Fondo di Garanzia. La richiesta va presentata online.
Pagamento TFR: tempistiche dopo il licenziamento? Differiscono in base al settore in cui lavora il dipendente. Di solito, l’attesa è tra i 30 ed i 45 giorni. È ovvio che l’azienda può versare il TFR il giorno successivo al licenziamento, ma potrebbe anche optare per la rateizzazione del pagamento.
Diverso è il caso per le categorie di lavoratori con contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL). Infatti la tempistica prevede che il datore di lavoro sia obbligato a pagare il trattamento di fine rapporto entro un termine massimo.
Chi, ad esempio, ha un CCNL in ambito del commercio o dell’artigianato, dovrà attendere 45 giorni. Termine che non dovrà mai essere superato dal datore di lavoro.
Invece, coloro con CCNL in ambito del settore terziario, metalmeccanico o delle telecomunicazioni, l’attesa non supera mai i 30 giorni.
Se l’azienda supera tali limiti, ossia effettua il pagamento del TFR oltre i 30 ed i 45 giorni, sarà tenuta a versare al dipendente un interesse calcolato in base ai giorni di ritardo.
Tuttavia, nel caso in cui l’azienda fallisce, le tempistiche potrebbero essere molto lunghe e, in alcuni casi, superare addirittura i 12 mesi.
Il diritto al trattamento di fine rapporto deve essere esercitato dal lavoratore entro 5 anni. Ma, nel caso in cui questo non lo dovesse fare, il datore di lavoro viene esentato dall’obbligo di versare la liquidazione.